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Wednesday, May 29, 2013
poesia commerciale 18:54
a volte io la strada
l'asfalto scivolare lontano con le luci rosse
contro le luci bianche negli occhi
fino al mare a cercare in una fame cannibale mai sopita
emozioni colorate commerciali
rubare sguardi
tripudio di colori troppo intenso
stordito da questa vita sintetica
cerco le distanze
ed un aedo mezzo ceco mi incanta
e tutto sembra condannarmi definitivamente
Tuesday, May 21, 2013
poesia commerciale 654
tropicale ci scivolo dentro e penso di appartenerle
compongo litanie assolte per uscirne la sera
la sera
la sera
amo il tramonto
odio la metro
amo il traffico
odio la moto
amo il mare
odio la strada
amo il tramonto
odio la metro
amo il traffico
odio la moto
amo il mare
odio la strada
la sera
la sera
compongo litanie assolte per uscirne la sera
tropicale ci scivolo dentro e penso di appartenerle
non penso che a quest'ora la mia simmetria sia utile a descivere una piacevole assonnata pax informatico burocratica
al dilà di tutto questo le finestre buttavano nella tangenziale eterna nelle molte stagioni ormai dal dopoguerra
e tante generazioni
ammuffite in queste stanze
in questi corridoi al neon
generazioni
il bus serale vuoto va alla rimessa
la lunga strada consolare è in grado di raccontare che la verità è questa
è asfalto ,ma è questa
almeno così appare
non è più così questa mattina
confuso dalla poesia commerciale
avanzano le ore e i secondi sul
liscio marmo riscorso dalle macchie di umidità
decadente
solenne
l'austera
assente
come poco distante la metropolitana sfreccia sferragliando
un tuono come 17 anni fa il vento riempiva questi alberi spogli
ora così nervi protesi
vitalità
come morte
continuo a dibattermi nelle mie manie, nei miei disturbi
nei piaceri sconosciuti della mia neurologia
l'assenza è così piacevole
perdere
il traffico torno a casa pronto il divano
riesco stanco
corro con la macchina ai lati dei prati
la pressione dell'aria dietro il collo noncurante mi gela il sudore
mi piace la consistenza pungente dell'aria
in alto dove la fame del motore si arresta
il silenzio lascia l'autoradio
cristallo arancione
e la plancia blu
scendo
appagato dalle parole che penso
l'aria fresca mi gela ancora una volta il sudore
spilla la sostanza di una giornata rincorsa
esco
mi inoltro nell'erba il fruscio e i primi grilli qualcuno corre via davanti alle mie gambe
mi siedo e guardo il panorama
mi sento fermo e sopito davanti al buio davanti a al Dio Buio
la solitudine è insolitamente gentile questa sera
mi siedo
in alto
con istanti millesimi dalle stelle piccole
è gia notte adesso è gia notte stelle piccole adesso
istanti millesimi dalle stelle piccole adesso adesso è gia notte stelle piccole adesso
istanti millesimi dalle stelle piccole è gia notte stelle piccole adesso
istanti millesimi dalle stelle piccole
istanti millesimi
stelle
ninna nanna atomica
puntaspilli abbandonati nella sideralità malinconica e prepotente
Tuesday, May 14, 2013
casa sull'albero - poesia non commerciale
una casa sull'albero
segnare un dolce sentiero per i bambini
abbandonare nel vasto silenzio della nebbia un giorno a ottobre convinzioni e passeggiare sul fango camminare verso
la nebbia
e tu che non mi hai insegnato nulla
vivo ora nella mia casa sull'albero
è la mia infanzia
il gigante epilettico
è soltanto un temporale che accarezza fruttuoso scrosciante le cime sciolte
fulgore esploso scivola sulle foglie
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scivola sul vetro
scivola sul mio viso
scivola sulle mie labbra lacrime fredde insapori
bere la pioggia
sono felice
rido la pioggia è fredda
e tu che non mi hai insegnato nulla
rido la pioggia è fredda
stanotte
camminare verso il
buio
della foresta oltre
il cimitero che amo qui vicino
che attraverso
dove sorridono le pietre
abbandono le mie convinzioni la mia storia
e come al solito con poco prezzo
e tu che non mi hai insegnato nulla
non hai visto
e tu che non mi hai insegnato nulla
non sei
dopo anni vivo nella mia
casa sull'albero
gli occhi degli esseri misteriosi
mi guardano
e anche le bianche pietre lì sopra
sorridono in questa primavera piena esplosa
le rondini
la sera cercano volute aeree
quasi
quasi
punti
puntini
in uno spazio serale
lo spazio lontano ha perso le due vestali arancione e azzurra
e più lontano in basso trascolora sulle cupole barocche...
Monday, May 13, 2013
poesia commerciale
questa notte
un bambino nel buio tagliente
strillo come soffocato in gola
più volte sono stato picchiato dal gigante epilettico blu silenzioso
accalorante
luttuoso terribile
. _
ho abbracciato l'essere nero sono salito sulle
sue spalle
solido
sulle colonne del tempo
invincibile e solo
respiro
paesaggio mattiniero
ho acceso l'animo colorato
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