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Tuesday, May 21, 2013
confuso dalla poesia commerciale
avanzano le ore e i secondi sul
liscio marmo riscorso dalle macchie di umidità
decadente
solenne
l'austera
assente
come poco distante la metropolitana sfreccia sferragliando
un tuono come 17 anni fa il vento riempiva questi alberi spogli
ora così nervi protesi
vitalità
come morte
continuo a dibattermi nelle mie manie, nei miei disturbi
nei piaceri sconosciuti della mia neurologia
l'assenza è così piacevole
perdere
il traffico torno a casa pronto il divano
riesco stanco
corro con la macchina ai lati dei prati
la pressione dell'aria dietro il collo noncurante mi gela il sudore
mi piace la consistenza pungente dell'aria
in alto dove la fame del motore si arresta
il silenzio lascia l'autoradio
cristallo arancione
e la plancia blu
scendo
appagato dalle parole che penso
l'aria fresca mi gela ancora una volta il sudore
spilla la sostanza di una giornata rincorsa
esco
mi inoltro nell'erba il fruscio e i primi grilli qualcuno corre via davanti alle mie gambe
mi siedo e guardo il panorama
mi sento fermo e sopito davanti al buio davanti a al Dio Buio
la solitudine è insolitamente gentile questa sera
mi siedo
in alto
con istanti millesimi dalle stelle piccole
è gia notte adesso è gia notte stelle piccole adesso
istanti millesimi dalle stelle piccole adesso adesso è gia notte stelle piccole adesso
istanti millesimi dalle stelle piccole è gia notte stelle piccole adesso
istanti millesimi dalle stelle piccole
istanti millesimi
stelle
ninna nanna atomica
puntaspilli abbandonati nella sideralità malinconica e prepotente