Saturday, June 22, 2013

calliope - - poesia non commerciale




alla fine di uno dei mondi

o in altra vita

dove il silenzio e la pace sono costati cari

la paga costante dell'anima





ho deciso di fa scivolare in quest'inverno sentimentale

in questo viaggio paradossale sul limite del freddo bruciante 


ho deciso di fa scivolare in quest'anima congelata


                                                                  dallo spazio

tra


una stella e l'altra


lontano                         una                            dall'altra

                                                                                   sospeso




ho deciso di far scivolare

di farmi male



di sostenere lo sguardo delle mie ustioni



ho fatto scivolare la seta decorata





dalle mie spalle

scivolata





silenziosa


amica
mia come seta
le tue dita sottili
su seta spessa e scivolosa

le tue dolci parole


amica mia solo tu hai saputo guardare
quali cicatrici




di guardarmi con tutto l'insieme di ustioni sulle spalle





girato con lo sguardo sullo specchio
giudice
impietoso






non volevo vedere

la vista mi riaccende le ustioni







ora guardo stanco più forte più forte stanco


più forte stanco

stanco più forte





strillare verso il mare ha poco senso


per me si

l'avrei ucciso


strillo come un ossesso - ho provato a macellare anche me stesso

amica
mia come seta
le tue dita sottili
su seta spessa e scivolosa

le tue dolci parole


amica mia solo tu hai saputo capire
quali cicatrici




di guardarmi le ustioni sulle spalle










rinfilo la camicia di seta
unica
medicina



unico intarsio barocco
il tessuto di mani femminili




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la tangenziale questa sera è afosa di luci
sono sceso giù da un montagna gelida
i motorini si infilano nel groviglio paratattico

e io sono quello che vedo
mi incammino da solo


la solitudine è un medicinale
ne avrei fatto a meno


sto facendo un leasing con la morte
guardo dalla sopraelevata e tutta questa vita mi cura mi riempie



il rettile alla base del mio encefalo

si dimena ossessivo


solo la bellezza potrà salvarmi?


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mentre affilo furioso le armi dialettiche
della mia filosofia

mentre mi esercito davanti
al mare imperioso
dei dubbi

io solo

mi faccio il nodo alla cravatta come se si trattasse di una questione personale


e se dio è morto 


mi rimane poco



e ghigno incazzato davanti allo specchio





Sunday, June 16, 2013

non amo molto la poesia commerciale ma forse è nell'ordine delle cose scrivere


i prati sono corsi lentamente ai miei lati

mentre il sole si abbassava dietro i palazzoni

l'odore del fieno mi ha accompagnato


quasi mi ha salutato come mio nonno

tutto è assenza

eppure così pieno di verde e arancione


le rondini in nugoli

amate code nere piccole frecce

ognuna un piccolo dio



e mi sono

perso


nel

fresco sottile


della

sera


il sole

ha salutato

il mondo


sorridente





mi sono inoltrato devastato nei muscoli

nel groviglio finale




tutto è sembrato così poco poetico alla fine





il sottile inganno delle parole




dei sogni



di questo gioco geometrico della città